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sul territorio Almennese

PAESAGGI D’ACQUA NEL TERRITORIO BERGAMASCO: 1^ Giornata di studi

25 NovembreOre 10.00
Pagazzano, Castello Visconteo
Ingresso Gratuito

PAESAGGI D’ACQUA NEL TERRITORIO BERGAMASCO: 1^ Giornata di studi

Programma

Ore 10.00 Saluti istituzionali
Ore 10.15 Inizio lavori
▪ Presentazione del progetto di ricerca | Piergiorgio Tosetti, Direttivo Istituto Nazionale di Urbanistica, Sezione Lombardia
▪ Prima sessione: Una prospettiva archeologica | Presiede Marco Sannazaro, Università Cattolica di Milano
❑ Il Lago d’Endine tra Medioevo ed età moderna: modalità insediative a confronto | Federica Matteoni, Università Cattolica di Milano
❑ Paesaggi d’acque tra Milano e il Ticino. Prospettive di ricerca archeologica e metodi per lo studio di un territorio | Alberto Massari, Università degli Studi di Trento
▪ Seconda sessione: Una proposta didattica | Presiede Simona Talenti, Università degli Studi di Salerno
❑ La rivoluzione dell’acqua a Bergamo nel Duecento | Riccardo Rao, Università di Bergamo
❑ Un percorso tra acqua e città, per le scuole del territorio | Simona Talenti, Università degli Studi di Salerno
Ore 12.00 Conclusione lavori
Ingresso libero

È possibile visitare il Castello e il Museo Archeologico Grandi Opere negli orari 12.00-13.30; nel pomeriggio, solo Museo Archeologico Grandi Opere negli orari 14.00-17.00. È necessaria la prenotazione chiamando il numero 320-2220411 o scrivendo a visitepagazzano.gcc@gmail.com.
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Iniziativa promossa da Fondazione Lemine e Comune di Pagazzano, patrocinata da Associazione Lombarda Piccole Comunità con Grandi Patrimoni Culturali, F.R.A.C.H. – Fellowship of Rotarians who Appreciate Cultural Heritage, Uniacque e Consorzio del Bacino Imbrifero Montano Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio

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PAESAGGI D’ACQUA NEL TERRITORIO BERGAMASCO
Progetto a cura di Marco Sannazaro (Università Cattolica di Milano – Dipartimento di Storia, archeologia e storia dell’arte) e Piergiorgio Tosetti (Istituto Nazionale di Urbanistica – sez. Lombardia)
Status quaestionis
L’acqua dolce ha delineato gli ecosistemi della Terra e di conseguenza ha determinato i luoghi più adatti alla presenza umana. A loro volta gli uomini hanno progressivamente imparato come gestire questa preziosa risorsa, controllandone quando necessario la forza o sfruttandone le potenzialità; acqua e uomo hanno così in sinergia plasmato nel corso dei secoli il paesaggio.
A grandi linee è possibile riconoscere per l’area padana le principali fasi di questa complessa relazione. In alcuni comparti della Pianura, complessi sistemi di irreggimentazione delle acque sono documentati fin dall’età del bronzo (è il caso della civiltà delle Terramare in area emiliana e veneta); altrove è stato ipotizzato che siano stati i Celti ad avviare per primi interventi di gestione delle acque.
E’ però con la Romanizzazione che si assiste a una pianificata regolamentazione delle risorse idriche con la realizzazione di infrastrutture quali acquedotti, ponti, pontili, porti.
La tarda antichità segna un momento di crisi di questo sistema che si aggrava nell’alto medioevo; solo tra pieno e basso medioevo grandi interventi infrastrutturali testimoniano nuove capacità degli uomini di gestire la risorsa idrica e di sfruttarla per il proprio benessere.
La seconda metà dello scorso millennio ha visto il progressivo strutturarsi di molti insediamenti urbani che hanno trovato la propria matrice morfologica nella presenza dei fiumi, dei torrenti e dei laghi, così come il “sistema delle acque” ha fortemente inciso, specie dal XVIII secolo, sulla dislocazione territoriale dei “sistemi insediativi della produzione” nel territorio provinciale e determinato la configurazione stessa dei bordi urbani del capoluogo. Non trascurando quanto i successivi insediamenti del “comparto idroelettrico” abbiano contribuito significativamente, con la realizzazione dei bacini e l’allocazione degli edifici delle centrali idroelettriche, specie fino alla metà del secolo scorso, alla formazione di nuovi paesaggi che ancora caratterizzano significativamente i territori delle nostre montagne e le aste fluviali della pianura.
Diversi studi hanno tentato di ricostruire nel dettaglio di ambiti cronologici e territoriali specifici queste vicende; per il contesto territoriale bergamasco manca ancora un approfondimento complessivo e diacronico che renda conto del lungo travaglio che nelle costanti modifiche del paesaggio culturale ha determinato la situazione attuale e ponga le premesse di una nuova progettualità.
La proposta
Il progetto si propone di avviare, attraverso l’attivazione di uno o più dottorati di ricerca previsti dal PNRR, un’indagine accurata che censisca e approfondisca la conoscenza di tutte le testimonianze residue di questa articolata vicenda, mettendo in campo un approccio globale che integri, in ottica multidisciplinare, fonti e metodi diversi. All’interno della tematica proposta possono rientrare diversi “filoni” d’indagine (avendo come comun denominatore la ricerca storica), che pongano l’accento sull’acqua come fonte rinnovabile di energia, le diverse ricadute della sua erogazione, la necessità strategica della sua conservazione.
La Giornata di studi
Il primo step del progetto consiste in un seminario che si prefigge lo scopo di presentare al pubblico gli aspetti legati al profilo archeologico di questa affascinante vicenda, come lo studio di laghi, fiumi e risorgive nell’antichità e nel medioevo: è sembrato quindi quanto mai opportuno coinvolgere l’Amministrazione Comunale di Pagazzano, membro dell’Associazione Lombarda Piccole Comunità con Grandi Patrimoni Culturali, in ragione della presenza del Museo Archeologico delle Grandi Opere, che proprio sotto il profilo archeologico rappresenta un’eccellenza del nostro territorio.

 

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