Archeologia

ANNO 2021-2022

« L’archeologia dell’edilizia storica in provincia di Bergamo.
Ricerche per la Valorizzazione e la programmazione urbanistica »

Caprino Bergamasco

2021-2022

Sebbene le fonti inerenti la storia di Caprino menzionino il borgo già a partire dal X secolo, non vi sono evidenze archeologiche o altri dati strutturali inerenti la storia del paese. La documentazione scritta menziona poi il borgo nella seconda metà del XIII secolo, sebbene non si faccia riferimento a nessun elemento costruttivo.

L’analisi degli edifici di epoca medievali del borgo ha consentito, invece, di identificare nel centro del paese alcune strutture fortificate risalenti anche alla prima metà del XII secolo, andando quindi a colmare l’assenza documentaria nelle fonti di XII secolo. È così che nel nucleo del centro storico tra Via Roma e Via Mangili, presso via Torre, si sviluppa la struttura cosiddetta Avantorre (CF 11), innalzata con funzione di avvistamento e di difesa del borgo: si trattava di un edificio anteposto alla vera e propria Torre (CF 14) costruita in una posizione leggermente sopraelevata rispetto ai libelli stradali e costituiva il complesso più antico di tutto il paese.

Questi non sono gli unici complessi di difesa presenti nel territorio comunale di Caprino, ove nelle frazioni di Opreno e Perlupario, site all’estremità Nord esterne al paese, si conservano edifici di difesa, rispettivamente una torre (CF 54) e una casa-torre (CF 32) volte a monitorare e proteggere il territorio anche nelle porzioni più limitanee, a diretto contatto con i terreni agricoli che consentivano di sviluppare le attività silvo-pastorali.

Le strutture fortificate conservate in paese, quindi, si datano dal XII al XIV secolo, hanno tutte pianta quadrata o quadrangolare e si elevano per diversi livelli in altezza, di cui quella più antica fino a quattro piani, sebbene anche di essa non si conservi il livello originario.

Le murature più antiche sono in grandi elementi lapidei lavorati a bugnato e paramento in bozze e lastre lapidee di diverse dimensioni e ciottoli fluviali, e conserva tre porte architravate in bozze lapidee con coronamento monolitico, talvolta rifinito a nastrino, una porta con archivolto ribassato in laterizi, un’altra porta con coronamento in laterizi modificato poi con un battente ligneo, una finestra quadrangolare in elementi litici e laterizi e infine una feritoia in blocchi di calcare bianco. Del complesso più antico si conosce anche la famiglia che la abitava e che ragionevolmente ne era committente, ovvero i Capitani della Zonca.

Del complesso CF 54 ad Opreno non si vedono che limitate porzioni di struttura, tuttavia la sua impostazione architettonica rimanda proprio ad un costruito fortificato, che anche per sequenza stratigrafica e successione con i corpi di fabbrica adiacenti, può essere datato alla fine del XIII-inizi XIV secolo. A quest’ultimo secolo si data il complesso di Perlupario (CF 32), anch’esso realizzato in pietra, con cantonali ben definiti e bozze semilavorate, ma disposte in corsi abbastanza orizzontali: soprattutto per quest’ultima torre, gli elementi architettonici come le finestre e le porte consentono un inquadramento cronologico più chiaro.

Le architetture più ampiamente documentate nel paese risalgono al secolo XIV: da questo si evince che nel borgo ci fu un’espansione del costruito proprio in questo periodo, proprio forse con la definizione dell’autonomia comunale di Caprino stesso, che evidentemente aveva raggiunto, anche dal punto di vista economico e strutturale, una certa sicurezza. Ed è così che si vanno definendo complessi litici con organizzazione a corte, come quello presso la torre, articolato per l’assommarsi di più corpi di fabbrica attorno ad un’aia, con tecniche costruttive che prevedono murature in ciottoli e bozze lapidee ed elementi architettonici in pietra con coronamenti laterizi (dotati di bardelloni e ghiere in mattoni).

L’architettura del centro poi vede un progressivo ampliamento del nucleo costruito, che partendo dal fulcro di Via Torre, si espande nel XIV secolo sia a Nord che a Sud, e poi nel XV secolo nella porzione più settentrionale. Qui, le fonti, parlavano anche della preesistenza della chiesa di Biagio, nota nelle fonti già nel 1264, ma della quale non si conservano più murature risalenti a quel periodo.

Sorprende, invece, notare come tra le frazioni, quelle che conservano più elementi antichi e sulle quali, ragionevolmente, si possono fare più ragionamenti sulle sequenze costruttive siano situate proprio all’esterno verso Nord: come si diceva già Opreno, nella quale si legge un progressivo ampliamento con succedersi del costruito dal XIII al XVI secolo, con una giustapposizione di corpi di fabbrica in linea, e Perlupario, ove le architetture si snodano attorno all’asse ortogonale di percorrenza originaria. Il costruito del XIV secolo è connotato dall’impiego di bozze prevalentemente spaccate o sommariamente lavorate, disposte in corsi orizzontali con abbondante uso di malta: i cantonali sono pseudo squadrati, ma non conservano più il nastrino lisciato, elemento che invece caratterizza le strutture dei secoli precedenti.

Nel XV secolo, invece, abbiamo testimonianze puntuale di costruito storico in tutte le altre frazioni di Celana e Celana Vecchia, Celanella, Formorone e Sant’Antonio D’Adda: qui le strutture sono prevalentemente di carattere civile, articolare su due livelli e realizzate con bozze e pietre spaccate, legate da abbondante malta che è molto refluente sulle pietre. Spesso si vede anche l’impiego di ciottoli di fiume di dimensioni eterogenee, che definiscono dei paramenti non particolarmente ordinati nel complesso, ove l’uso della malta è abbondante. I corsi degli elementi sono sempre meno regolari, proprio per la mancanza di materiale di cava o selezionato nell’ambito della preparazione del cantiere. Per gli elementi architettonici di questo periodo si conservano prevalentemente finestre rettangolari o quadrangolari, realizzati con elementi di spacco o rovesciati rispetto al lato di estrazione dalla cava e posti in opera con regolarità. Non manca l’inserzione di elementi architettonici con spalle o coronamenti in laterizi, che a partire dal XIV, ma soprattutto nel XV secolo diventano usuali nei paramenti murari, dando esito a prospetti in calcare bianco e grigio, con elementi di colore dati proprio dalle aperture in laterizi.

Come riferimento puntuale all’interno del contesto del centro si trovano ampi portali archivoltati, con archivolti a pieno centro oppure ribassati, con elementi pentagonali e chiave di volta differenziata, ascrivibili al XIV secolo: questi davano accesso ad ampi spazi probabilmente cortilizi e la loro presenza indica che vi dovevano essere edifici del Trecento che ora non riusciamo più a leggere perché coperti dagli intonaci moderni o modificati dalle ristrutturazioni più recenti.

Le tecniche costruttive di epoche medievale vedono l’impiego esclusivo di pietra calcare di estrazione locale, e solo dalla fine del XIV secolo si vede l’introduzione di ciottoli di fiume nei paramenti murari: questo elemento è il segnale di un cambio di modalità operativa nel costruire, con la perdita delle antiche conoscenze di estrazione del materiale da cava, privilegiando il recupero sporadico dai campi o dai fiumi. La mancata produzione di materiale, così come la selezione non così puntuale, dava esito a murature meno ordinate, nelle quali prevale l’uso di malta di calce abbondante e refluente, proprio per conferire regolarità al paramento.

Dalla fine del XIV secolo, ma soprattutto nel XV secolo si inseriscono anche gli elementi architettonici in laterizi, che sembrano quasi prodotti appositamente per le finestre o i coronamenti delle porte, infatti sono quasi del tutto assenti nelle murature, anche per le inzeppature dei muri.

I solai e le coperture più antiche dovevano essere in legno, forse successivamente (anche in questo caso dalla fine del XIV secolo) in mattoni con l’introduzione dei coppi: tuttavia non ci sono elementi che ci consentano di ragionare sulle coperture originarie degli edifici, quasi sempre modificate nelle parti sommitali delle case.

A fronte di un numero piuttosto elevato di testimonianze architettoniche medievali, sia come edifici, sia come evidenze puntuali come porzioni murarie o elementi architettonici, si tratta, quindi, di un’architettura con uno stile costruttivo piuttosto semplice, che si avvale di materiale di estrazione esclusivamente locale, messo in opera da personale non particolarmente specializzato, ma tuttavia esperto nelle conoscenze legate alla statica e alla posa in opera di paramenti composti: anche nelle architetture di rappresentanza, quali quelle fortificate, non si riconoscono particolari connotanti di questo paese, che ne definiscano delle caratteristiche precipue nel territorio.

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