Archeologia

ANNO 2019-2020

« L’archeologia dell’edilizia storica in provincia di Bergamo.
Ricerche per la Valorizzazione e la programmazione urbanistica »

Strozza

2019-2020

L’articolazione urbanistica di Strozza si origina dall’assemblarsi di piccoli nuclei di antica formazione a partire dal Duecento. La struttura del nucleo principale di Strozza ha subito una forte trasformazione con la realizzazione della strada provinciale della Valle Imagna che ha alterato il vecchio sistema viario. La nuova edificazione del secondo dopoguerra si è localizzata soprattutto lungo la strada provinciale, mentre si assisteva contemporaneamente ad un progressivo abbandono dei nuclei storici legato anche al forte fenomeno di emigrazione che ha caratterizzato la Valle Imagna.

In particolare il territorio è stato interessato dalla cessazione di una economia rurale basata sull’agricoltura in favore delle attività secondarie nei paesi vicini, portando all’abbandono di numerose unità a carattere agricolo e pastorale, e il conseguente impoverimento dell’area. Le ristrutturazioni edilizie del dopoguerra, poco rispettose dei contesti originari, sono la causa principale di un deterioramento della struttura urbana dei nuclei antichi. L’attuale articolazione del comune mantiene la suddivisione delle contrade così come si erano originate in epoca medievale: in occasione della costruzione dei più antichi edifici fortificati conservati sul territorio, si assecondò la natura collinare del sito, scegliendo le piccole alture alla cui sommità vi erano dossi spianati atti all’urbanizzazione. Le abitazioni antiche identificate con questo lavoro di ricerca sono distribuite nelle frazioni di Amagno, Cabrozzo e Ca’ Campo. È plausibile che questi piccoli nuclei vivessero in maniera autonoma l’uno dall’altro, sfruttando le risorse naturali del territorio, senza dipendere dagli altri contesti, sebbene limitrofi.

A partire dal Trecento l’abitato si dota, in diversi punti (Amagno e Ca’ Campo), di strutture architettoniche di carattere fortificato: la nuova fisionomia assunta ha dunque carattere difensivo, proprio contestualmente all’intensificarsi degli scontri tra guelfi e ghibellini, che interessarono in maniera uniforme tutto il territorio Bergamasco fin dall’inizio del XIV secolo. Come già accennato, la Valle Imagna di fede guelfa era in contrapposizione con l’attigua Valle Brembilla, schierata con i ghibellini noti per la loro attiva belligeranza: è in occasione di questi scontri che Strozza si dota di modesti edifici di difesa, prevalentemente torri e case-torri funzionali alla protezione delle famiglie residenti nel territorio. Questi edifici vanno a definire dei piccoli nuclei fortificati “personali” a cui, successivamente, si addossano altri fabbricati che nel corso del tempo concorrono alla definizione urbanistica di piccoli nuclei residenziali. Le frazioni dotate di strutture di difesa sono ubicate a Nord, ad Amagno, dove viene sfruttata la porzione pianeggiante dell’estremità nord del borgo. Questa dislocazione era funzionale a contrastare gli attacchi dall’interno della valle, lasciando presupporre che non ci fosse collaborazione tra i paesi del medesimo bacino geografico, ma piuttosto che ogni borgo o addirittura frazione pensasse alla propria difesa personale. Altri punti di difesa erano dislocati a Ca’ Campo, in direzione occidentale verso la Roncola, forse uno dei lati più esposti del paese. La casa-torre di Ca’ Campo, infatti, sorge all’estremità settentrionale della frazione, proprio per controllare la strada che consentiva, ora come allora, di raggiungere il piccolo nucleo. Tutti questi piccoli poli, quindi, erano collegati attraverso percorsi diretti l’uno all’altro: queste strade, interne al paese, potevano essere facilmente controllabili, e lungo di esse, nella zona più pianeggiante, si sviluppano i nuclei abitativi, articolati attorno a una o due strade, parallele tra loro, superando la naturale inclinazione del terreno.

Questa struttura polinucleare in cui è organizzata Strozza è basata proprio sull’organizzazione della proprietà fondiaria con un minuto frazionamento di poderi: la coincidenza dello spazio abitativo con quello residenziale ha sostanzialmente portato alla definizione di nuclei insediativi autonomi chiamati “Ca’”, come riportato ancora oggi nella toponomastica del paese. Queste costruzioni avevano la finalità di soddisfare le esigenze e la tutela del nucleo familiare di base: il nucleo di Ca’ Campo era stato anche assimilato ad un piccolo tipo di fortificazione rurale d’altura, data la sua distribuzione chiusa e accentrata, completata nel XVI secolo dalla costruzione della chiesa. La sua strutturazione con elementi difensivi di base tra fine XIII-XIV secolo porta poi ad una cristallizzazione tipologica che viene usata come modello per le costruzioni più tarde.

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