Sant' Alessandro in agros

villongo (BG)

INTRO

Fuori dal centro abitato, in posizione dominante, su una leggera altura, si trova la chiesa di Sant’Alessandro in Agros. L’accesso avviene da una strada in terra battuta, fiancheggiata da cipressi.

italia romanica

Le origini

Fuori dal centro abitato, in posizione dominante, su una leggera altura, si trova la chiesa di Sant’Alessandro in Agros. L’accesso avviene da una strada in terra battuta, fiancheggiata da cipressi.

La pianta della chiesa e la chiesa stessa hanno subito diverse modifiche, accorgimenti e ristrutturazioni a partire dall’ XI-XII secolo, con la costruzione del primo nucleo della chiesa, fino al 2003 con gli ultimi lavori di ristrutturazione degli affreschi. Alle aggiunte del periodo post-romanico, XV secolo, risalgono l’ampliamento verso ovest con aggiunta di due campate, la realizzazione della facciata a capanna e della lunetta sopra il portale e la decorazione con affreschi. Seguono nei secoli successivi (XVI-XVIII) la realizzazione del campanile a vela, l’annessione al complesso della sacrestia sul lato nord, l’abolizione degli altari laterali e la sostituzione del portale con stipiti in pietra d’arenaria.
Dal 1842 iniziano i primi restauri con l’ultimo nel 2003, le modifiche principali sono il rifacimento del tetto della chiesa e dell’abside, inserimento di balaustre, restauro del pavimento e degli affreschi e rimozione intonaco esterno.

Caratteristiche esterno

Prospetto ovest/sud-ovest: su entrambi lati sono presenti due monofore, la facciata è quella tipica del periodo romanico, a capanna e presenta un portale che si imposta sul sistema trilitico. In facciata, compare un piccolo rosone o più propriamente oculo, il cui asse verticale non corrisponde all’asse della chiesa, ossia è decentrato e si trova leggermente spostato sulla destra, si tratta di un’aggiunta successiva alla fase romanica.
Prospetto nord: il lato nord della chiesa presenta il complesso della sacrestia, che era stato annesso al nucleo centrale nel 1575 e  un particolare tipo di campanile detto a vela. Si tratta di una sottile struttura muraria dove sono ospitate piccole campane; generalmente questa struttura, di dimensioni modeste, può essere sormontata da timpano e frontone. L’assenza di cassa di risonanza e la struttura semplice fanno sì che non sia possibile alloggiare in questo tipo di campanile grandi campane, né che il suono giunga a grande distanza.
Zona absidale: l’abside, di forma semicircolare, viene ingentilito dalla presenza di archetti ciechi e pensili addossati alla sua muratura, tipici delle architetture romaniche. Lungo la parete meridionale è ancora visibile un lacerto di affresco, oggi molto degradato, rappresentante una danza macabra: il tema iconografico è caro al periodo basso medievale per ricordare al credente la finitezza della vita terrena. Nel 1842 subito sotto l’affresco è stata inserita la cassetta per le elemosine per i morti.

caratteristiche interno

La chiesa è costituita da un’unica navata e divisa da due archi trasversali a sesto acuto, guardando verso la zona presbiterale non si può non notare l’arco trionfale affrescato.
Dopo il restauro del 1978 la pavimentazione che oggi compare è in cotto, ossia un tipo di trattamento specifico dell’argilla, davanti all’abside sono state inserite nella pavimentazione due lastre di ardesia, la più antica risale al 1665 mentre la seconda risale al 1743. Tutti gli affreschi presenti in questa chiesa risalgono al XV-XVI secolo. Gli affreschi dell’arco trionfale raffigurano: Sant’Alessandro a cavallo, una Crocifissione, un’Annunciazione. Gli affreschi del primo arco ogivale raffigurano san Pietro Martire e una Madonna con Bambino.

Qualche notizia su Sant’Alessandro

Patrono di Bergamo, vissuto a cavallo del III e IV secolo. Dopo essere stato comandante in Oriente, è spostato in Occidente. Gli viene ordinato di ricercare i cristiani contro i quali è in atto una persecuzione. Di fronte al rifiuto suo e di alcuni compagni segue la decimazione, a cui riesce a salvarsi. Scappa a Milano dove però è riconosciuto e incarcerato.
Grazie a san Fedele, che organizza la fuga di Alessandro, si rifugia a Como e infine arriva a Bergamo. Qui, ospite del principe Crotacio, che lo aiuta a nascondersi, inizia la sua opera di predicazione e conversione di molti cittadini, tra cui i martiri Fermo e Rustico. Ma nel 303 Alessandro è nuovamente scoperto e catturato. Condannato alla decapitazione, muore il 26 agosto a Bergamo, dove ora sorge la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna.

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